Una strumentazione in sismica passiva permette puntualmente di acquisire un segnale attraverso la vibrazione di tre velocimetri assiali al suo interno. La vibrazione di questi sensori, data semplicemente dal rumore di fondo, è regolata dai contrasti di impedenza sismica che il segnale riscontra nel terreno, cioè dalla differenza di compattezza dei vari strati.
L’elaborazione HV cioè il rapporto tra la vibrazione del sensore che muove in verticale e la media di quelli orizzontali, fornisce delle curve che evidenziano picchi laddove si hanno variazioni di strato, picchi che saranno tanto più pronunciati quanto più è la differenza di compattezza tra lo strato superiore e quello inferiore.
Se la stratificazione, a prescindere dal valore assoluto di compattezza, aumenta progradatamente con la profondità il segnale rimane sub orizzontale
Fig.1
O diviene leggermente ondulato quando le variazioni sono minime.
Fig.2
Si evidenziano invece dei picchi pronunciati quando nella sovrapposizione tra gli strati vi è un forte contrasto di impedenza sismica come ad esempio nel caso di una alluvione su roccia
Fig.3
Mentre l’ampiezza dei picchi è data dall’implemento di “durezza” tra lo strato superiore e quello sottostante, la posizione nello spettro di frequenza è dato dalla profondità dello strato, in funzione però della velocità dell’onda sismica nei vari strati.
Quindi riuscendo a misurare con altri metodi (quali ad esempio MASW o Sismiche a rifrazione in onde S o delle DH in foro in onde S) la velocità dell’onda sismica negli strati superficiali, si possono invertire i segnali e ricavare una successione in onde S anche molto in profondità, con il vantaggio rispetto ad altri metodi di non avere bisogno di grandi spazi a disposizione.
Fig.4
Oltre alla valutazione ed interpretazione del segnale a stazione singola questo metodo permette di ricavare delle sezioni sismostratigrafiche in HV acquisendo i segnali lungo delle lineazioni quotate.
Queste sezioni possono essere interpretate molto bene poiché i contrasti di impedenza sismica si hanno nei punti di flesso che danno luogo ad un raffittimento delle isolinee. I programmi di interpolazione dati permettono altresì delle visualizzazioni a colori che aumentano la facilità nell’individuazione dei limiti di strato.
Sia per sezioni molto ampie e profonde.
Fig.5
Sia per aree ristrette ed anguste
Fig.6
Condizioni impossibili da indagare con altri metodi.
La visualizzazione tomografica migliore si ha interpolando i valori logaritmici di HV, in modo da avere delle variazioni più graduali, ma il valore assoluto delle isolinee non ha significato di per sé, in quanto il metodo evidenzia i delta di impedenza sismica. Si può quindi avere lo stesso valore di LogHV sia per terreni soffici che per terreni compatti in funzione dei rapporti di compattezza tra gli strati, ma quello che il metodo ricerca sono le variazioni.
Un valore medio alla velocità degli strati individuati può essere fornito associando altri metodi, così come per l’interpretazione diretta il metodo masw può essere indicato come idoneo
Fig.7
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